DATa
1994
TIPO DI PROGETTO
Rito
DESCRIPTION
Il quartiere Pertini a Mestre è il risultato dell'esecuzione, nel tempo, di diversi interventi di edilizia residenziale di tipo popolare e convenzionata. La diocesi veneziana nominò don Franco De Pieri a capo della nuova comunità e lo incaricò di realizzare un edificio di culto per il quartiere, ancora in crescita. L’edificio progettato è di presenza discreta e istituisce un dialogo paritetico con il contesto, cercando di qualificarlo nella sua urbanità assoluta, di valorizzarne le qualità di nuova città ove l’edificio per il culto è a servizio e non si impone. La chiesa si riconosce da lontano per l’emergenza del suo campanile, fatto di profilati standard in ferro assemblati tra loro coronato da una croce i cui bracci sono decorati da sezioni circolari di metallo, dorate come le palle delle croci di San Marco. La struttura in setti di c.a. con tamponamenti in blocchi di cemento e le coperture piane sfalsate in legno lamellare, rivestite esternamente in rame, configurano dei portali che si inseriscono l’uno nell’altro. Negli interstizi che si formano tra essi, in questo corpo così aperto alla luce, sono vetrate colorate. Il corpo della chiesa si combina, formando un angolo, al complesso della canonica e degli appartamenti della comunità alloggio per il recupero delle tossicodipendenze, disposto lungo un porticato a L, formando così una sorta di corte aperta verso il quartiere. La volumetria degli edifici è ritmata da fasce di colore più chiaro ottenute per le due tonalità di cemento utilizzate. Lo studio si è occupato anche del disegno delle pavimentazioni, delle vetrate e degli arredi liturgici. Le opere costituiscono il completamento del progetto della chiesa, eseguito dagli architetti Lucia Fassina e Ettore Vio. Il pavimento è in marmi bianchi e neri e ripete il disegno cruciforme della pianta della chiesa, con una sottile linea centrale che conduce dall’ingresso fino all’altare. Gli arredi fissi, i banchi con inginocchiatoio, il trono e le sedie liturgiche, sono in legno di ciliegio e ripetono il carattere semplice, privo di decorazioni, dell’architettura sacra. Le vetrate illustrano un ciclo iconografico molto elaborato, che ripete quello della basilica di San Marco a Venezia, ove, nel percorso dall’ingresso all’altare si percorre a rovescio la storia della salvezza: dall’apocalisse alla creazione del mondo. Nelle sottili finestre a portali concentrici è la dialettica degli elementi naturali, realizzata con la tecnica del vetro colorato racchiuso tra vetri stratificati, senza legatura al piombo. Sopra l’altare sono i momenti salienti della vita di Cristo, illustrati in pannelli legati al piombo applicati esternamente ai serramenti, conferendo così una tessitura vibrante all’esterno della chiesa.
Chiesa Corpus Domini